Cari aficionados metalbetiani [il live report sarà pubblicato sul portale www.metalbeta.it, NdA], non storcete il naso leggendo il nome dell'artista scritto su questo articolo, perchè quello che vado a raccontarvi è un'esperienza, e come tale non deve e non può essere considerata meramente dal punto di vista musicale.
La società musicale tutta oggi soffre un periodo di crisi profonda, dovuta forse alla mancanza di originalità ed inventiva (con le dovute eccezioni, naturalmente) o forse ad una sbagliata filosofia che porta il pubblico ad andare sempre meno ai concerti, se questi non sono sottoforma di festival e non comprendono nomi blasonati; o ancora alla chiusura mentale di molti sedicenti metallari, che al di fuori del proprio genere prediletto non riescono ad ascoltare nulla, e così facendo si perdono delle occasioni d'oro per ampliare le proprie conoscenze e la propria cultura musicale.
Fa dunque piacere vedere quindi un artista come Caparezza, che all'originalità della sua proposta (il suo rap è molto simile ad un crossover con incursioni nell'elettronica e in una forma particolare di fusion in sede live, come andrò testè a raccontare) unisce una seria dichiarazione d'intenti valida e seria. La dedizione al suo lavoro, e così anche per la band che dal vivo e in studio lo accompagna (che tra l'altro comprende nella line up anche Diegone dei Medusa), è encomiabile e la preparazione che sta dietro al suo show è pazzesca. Ogni brano presentato ha la sua presentazione scenica, con costumi, scenette, intermezzi, giochi li luce e coreografie: tutto per coinvolgere il pubblico e farlo saltare sudando all'inverosimile.
La serata al Thunder ovviamente non fa eccezione: il club quando arriviamo è già pieno (e sono solo le dieci, il concerto inzierà alle undici e mezza) a dimostrazione del fatto che quando si propone buona musica, la gente sa apprezzare. E' bello, tra l'altro, vedere come ci siano un sacco di tipologie diverse di ascoltatori, che normalmente non si troverebbero mai nello stesso locale ad ascoltare la stessa musica, ma il sig. Rezza Capa riesce anche in questo, a riunire metallari, punkettoni, truzzi e alternativi. Spalla a spalla, fianco a fianco, tutti alle undici e mezza a gridare l'impazienza di vedere il rapper pugliese. E lui non si fa attendere.
Si aprono le danze con “Io Vengo dalla Luna”, pezzo storico che tutto il pubblico canta a squarciagola saltando e pogando come un ossesso. E poi subito si passa via velocemente ad un'altro brano, e vengono snocciolati la maggior parte dei pezzi del nuovo disco come “Eroe”, “Vieni a Ballare in Puglia”, “Cacca nella Spazio” “Ilaria Condizionata”, affiancati da qualche classico come “Fuori dal Tunnel”, “Torna Catalessi”, “Stango e Sbronzo” e via discorrendo. La scaletta è legata da un filo unico che lega tutte le canzoni da una specie di storia, che si tramuta spesso in comizio fino a sfociare nell'ilarità generale quando si improvisa un'asta che ha come oggetto l'Italia; che per la cronaca, verrà venduta ad un ragazzo per 150 euro.
L'ora e mezza di show scorre via come se niente fosse, lasciandoci quasi l'amaro in bocca: ne vorremmo semplicemente ancora! Un artista del genere riesce a non farti pesare il caldo che ogni volta al club di Codevilla si soffre quando ci sono eventi del genere, le lunghissime code alla cassa per una bella birra ghiacciata, la puzza del truzzo vicino a te sudato che balla, truzzamente, con la sua tipa. Ma l'atmosfera di festa è quella delle grandi occasioni e quindi, “chissenefrega!”, si balla, ci si diverte, si canta e si suda a nostra volta, contenti e distrutti.
Caparezza chiude il suo show applaudito ed acclamato a gran voce. L'organizzazione del suo live set è stata encomiabile e la gente vorrebbe di più: purtroppo si capisce anche che condurre uno spettacolo del genere è impegnativo e il nostro la sera dopo è all'Hiroshima Mon Amour a Torino. Gli si perdona quindi la realtiva poca durata, che poi poca non è visto che Serj Tankian ha concesso ai suoi fan solo 50 minuti di spettacolo giusto una settimana prima.
Lasciamo il Thunder Road e commentiamo felici la serata: con una spesa davvero ridotta (10 euro!) ci siamo goduti uno show bellissimo e coinvolgente, trasversale, che ha saputo coinvolgere gente proveniente da ambienti culturali diversi (anche se l'antiberlusconismo sembrava un filo conduttore che univa tutti i presenti...) abituata (come il sottoscritto, ma come molti altri) a sonorità molto più pesanti. Ma Caparezza è Caparezza e non potete dire di essere degli amanti della musica in generale se non apprezzate questo poliedrico artista.